Shelley

Mary Shelley: una vita oscura quanto i suoi libri

Nell’estate del 1816, Mary Godwin- presto Mary Shelley- concepì il racconto che diverrà il più grande dei racconti gotici di tutti i tempi: “Frankenstein“.

Pubblicato nel 1818, il racconto fu causa di grande sgomento e shock per i lettori di allora. Quello che non sapevano è che la vita stessa di Mary Shelley fu simile ad una favola oscura.

Mary Shelley viene descritta come una donna intensa e appassionata, non convenzionale e protagonista di innumerevoli tragedie e dispiaceri. Visse per diversi anni una relazione non tradizionale, vagabondando da un luogo all’altro.

Una vita vissuta sempre in lotta contro un mondo limitato e sessista.

Mary Wollstonecraft Shelley, una favola oscura

Unica figlia di William Godwin e Mary Wollstonecraft, nacque a Londra nel 1797. Perse la madre 11 giorni dopo la sua nascita.

La  famiglia di Mary Shelley era cosi’ composta: una sorella maggiore figlia di una tresca della madre con un americano prima del matrimonio. I figli della seconda moglie del padre – Mary Jane Clairmont – Charles e Claire. Un ulteriore fratello figlio del padre e della seconda moglie, William.

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Seppure una bimba alquanto infelice, Mary Shelley fu sin da subito appassionata di scrittura. La prima opera pubblicata con la casa editrice del padre risale ai suoi 10 anni.

Nonostante il suo sesso, ebbe una impeccabile educazione che poche donne del tempo – e anche uomini poco facoltosi – potevano sperare di avere.

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Per nulla legata alla matrigna – che sembrava spesso essere in competizione con lei – Mary Shelley fu da lei costretta ad abbandonare la casa del padre.

Trasferitasi in Scozia, trascorse due anni che saranno copiosa fonte di ispirazione per le ambientazioni dei suoi racconti.

Di ritorno alla casa paterna, Mary Shelley incontra un poeta assiduo frequentatore della casa: Percy Bysshe Shelley. Seppure già sposato e parecchio più grande – Mary aveva solo 16 anni – Percy si innamoro’ della giovane e i due fuggirono contro il consiglio di entrambe le famiglie.

La vergogna di Mary Shelley

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I due si trovarono presto pieni di debiti e isolati. A complicare le cose, Mary Shelley rimase incinta a 17 anni senza il sostegno di nessun familiare né una licenza di matrimonio.

La società del tempo non vedeva di buon occhio tali scelte e i due si trovarono isolati, anche dai ranghi intellettuali della comunità. La gravidanza, inoltre, si concluse con un tragico aborto.

Nonostante lo sconfinato amore della coppia, Percy Shelley non rimase nella storia come marito fedele. La sua profonda amicizia con Lord Byron, poeta eccentrico e libertino, aggravo’ la sua naturale inclinazione.

Il clima culturale a base del gruppo si ispiro’ all’amore libero senza restrizione. Mary Shelley osteggio’ strenuamente l’idea e rifiuto’ di essere “condivisa” con i tanti amici del marito. La base concettuale sciovinista e maschilista dei due uomini fu causa di grande sofferenza per la giovane.

Pochi anni dopo, Mary Shelley riusci’ a dare alla luce un figlio – Percy – e si ritrovo’ a vivere una vita volutamente convenzionale e “Vittoriana” dopo la sua gioventù liberale e romantica.

Purtroppo il marito la pensava diversamente: il suo spirito rimase sempre fedele alla leggerezza che aveva contraddistinto i primi anni della loro vita insieme. Mary dovette spesso assistere impotente alle scorrerie del marito in compagnia di Byron. Le continue lamentele della signora Shelley non potevano persuadere il marito, spesso assente da casa per lunghissimi periodi.

Frankenstein di Mary Shelley

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La fatidica estate del 1816 vide Mary Shelley, Percy e Byron radunati nella residenza svizzera di Byron, Villa Diodati. Qui i tre si sfidarono a scrivere la miglior storia di fantasmi di sempre. Mary diede cosi’ inizio alla stesura di “Frankenstein”, racconto che – secondo la scommessa – sarebbe dovuto essere completato entro l’anno.

Due tristi morti – la sorellastra di Mary e la prima moglie di Percy – anticiparono la possibilità per i coniugi Shelley di sposarsi, mentre Mary perse un altro figlio, a distanza di pochi mesi dal matrimonio. La pubblicazione del romanzo “Frankenstein” fu magra, amara consolazione per la donna.

Mary Shelley e la morte

Stanchi delle malinconie londinesi, i coniugi Shelley decisero di trasferirsi e si stabilirono in Italia. Mary, tuttavia, presagiva oscuri avvenimenti a venire per il proprio matrimonio e famiglia.

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Le paure di Mary divennero reali quando la barca di Percy Shelley naufrago’ a largo di Porto Venere. Il suo corpo senza vita venne portato a riva e bruciato su di una pira.

L’amico Byron non si perse questo estremo saluto.

L’unica parte del corpo del poeta che fu salvata fu il cuore; Mary lo conservo’ in un apposito sacchetto fino alla sua morte, 30 anni dopo.

 

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